L'ex ministro dell'Ambiente Marcelo Mena e l'attuale ministro Rojas - entrambi presenti alla COP 28 - hanno convenuto che la politica ambientale cilena non dipende da un governo o da un altro, ma che si tratta di un approccio a lungo termine, basato sullo Stato.
Durante la visita al padiglione cileno nella Zona Blu della COP 28 e nel bel mezzo della sua fitta agenda, il Ministro dell'Ambiente Maisa Rojas ha sottolineato che il Cile "è un esempio di ambizione climatica" e che "la sua azione sul cambiamento climatico è stata una politica statale". Ha aggiunto che dalla firma dell'Accordo di Parigi nel 2015, "siamo sempre stati in prima linea come piccolo Paese che crede che l'azione per il clima sia un beneficio per i suoi cittadini".
Il Ministro Rojas - che quest'anno ha il ruolo di co-facilitare i negoziati relativi al Global Adaptation Goal a Dubai - ha sottolineato che "le sfide dell'azione climatica si sono evolute enormemente in Cile. A partire dal 2022, il Paese ha una legge quadro sul cambiamento climatico, che ora deve essere attuata. La legge coinvolge 17 ministeri e tutti i comuni e le regioni del Cile, che dovranno preparare, attuare e misurare i progressi dei loro piani d'azione per il clima.
L'ex ministro dell'Ambiente, Marcelo Mena, che partecipa alla Cop 28 in qualità di direttore del Global Methane Hub, si è detto d'accordo con questo approccio di politica pubblica a lungo termine. Ha sottolineato che la leadership del Cile sulla questione della plastica "è iniziata nel nostro governo con la produzione di sacchetti di plastica, è proseguita con la produzione di plastica monouso e oggi con la leadership del Paese nel Trattato globale sulla plastica". C'è poi il tema dell'energia, della mitigazione attraverso la chiusura delle centrali a carbone e della tariffazione del carbonio, che sono due capisaldi della decarbonizzazione. Quasi un terzo delle emissioni del settore della generazione sono diminuite negli ultimi quattro anni, e quindi quando un ministro arriva, passa il testimone a un altro e poi a quello successivo, e ci diamo reciprocamente consigli sulle barriere che non siamo riusciti a superare.
In relazione alla biodiversità delle aree marine protette e dei parchi nazionali, l'ex ministro Mena ha sottolineato che, dopo il passaggio di tre governi, "si sta concludendo il processo del servizio della biodiversità che fornirà gli strumenti che ci permetteranno di conservarla davvero". Ha sottolineato che tutte queste iniziative "sono leadership indiscutibili del Paese, che non si autodichiarano, ma sono riconosciute dal mondo. Il Cile ha dimostrato una leadership ambientale che non è solo una promessa, ma una realtà".
Ruolo del settore privato nella mitigazione dei cambiamenti climatici
Secondo l'ex ministro Marcelo Mena, "il settore privato cileno è sempre stato un alleato della politica climatica". Un aspetto che è diventato evidente con la questione della decarbonizzazione "abbassa i loro costi operativi, c'è meno volatilità nei prezzi che hanno davanti, e allo stesso tempo permette loro di utilizzare ciò che sarebbe stato speso in carburante, in investimenti e in crescita e occupazione nel Paese, la decarbonizzazione sta scommettendo sul Cile e sulle sue risorse".
A questo proposito, il Ministro Maisa Rojas ha sottolineato che "gran parte del settore privato cileno comprende che la transizione energetica è un'opportunità di sviluppo per il Paese, mentre un altro settore sta già subendo gli impatti negativi del cambiamento climatico. C'è comprensione, devono imparare, essere coinvolti, mitigare e adattarsi". Ha aggiunto che è il settore pubblico "a impegnarsi in questi negoziati della Cop 28, a tradurli in una legge che ci impegna in modo vincolante nel Paese, ma in ultima analisi è il settore privato ad attuare tali impegni. Abbiamo quindi bisogno di un'azione congiunta, un partenariato pubblico-privato, per attuare le azioni che ci siamo impegnati a realizzare".
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