05 dicembre 2023 #CileGlobal #CileSustentable

COP28: il Cile si distingue per i suoi progressi nella mitigazione dei cambiamenti climatici

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Il nostro Paese partecipa alla conferenza ambientale di quest'anno a Dubai, con la sfida di co-facilitare uno dei negoziati più rilevanti: il Global Adaptation Goal, guidato dal Ministro dell'Ambiente, Maisa Rojas. I progressi nella transizione energetica, la finanza verde, le soluzioni basate sulla natura, così come l'importanza dell'Antartide come sensore del cambiamento climatico, sono parte della storia con cui il Cile si presenta al mondo.

È la più grande e importante conferenza ambientale del pianeta, con 197 Paesi partecipanti, più l'Unione Europea, oltre 165 capi di Stato e 70.000 delegati da tutto il mondo. È la COP28, che quest'anno si tiene a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Il Cile arriva all'incontro con l'obiettivo di rendere visibili i suoi significativi progressi nella lotta al cambiamento climatico e di dimostrare il suo impegno per la sostenibilità e la decarbonizzazione.

Il Cile come facilitatore dei negoziati

Il ruolo del Paese in questa versione della Conferenza delle Parti è fondamentale, in quanto gli Emirati Arabi Uniti - che quest'anno detengono la presidenza - hanno chiesto al Ministro Maisa Rojas, insieme all'Assistente Ministro australiano per il Cambiamento Climatico e l'Energia, Jenny McAllister, di co-facilitare uno dei negoziati più rilevanti: quello sull'Obiettivo Globale di Adattamento. 

Questo negoziato mira a migliorare la capacità di adattamento, a rafforzare la resilienza e a ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Oggi l'adattamento è concepito da una prospettiva locale, in cui ogni Paese è responsabile degli impatti dei cambiamenti climatici sul proprio territorio. In questo contesto, il Cile è impegnato a raggiungere l'ambizioso obiettivo di rendere i Paesi resilienti al clima in un mondo in cui la temperatura globale aumenterà di 1,5°C.

Transizione energetica: il polo di sviluppo dell'America Latina

Un recente studio della società di consulenza internazionale McKinsey, una delle più prestigiose al mondo, ha indicato che il Cile potrebbe essere l'unico Paese a emissioni zero in America Latina entro il 2040, essendo al livello di Paesi sviluppati come Finlandia, Austria e Islanda. Per questo motivo, è fondamentale che il Cile faccia passi avanti nell'adozione di fonti energetiche rinnovabili non convenzionali (NCRE), assumendone il potenziale per lo sviluppo della regione. 

Politiche come la Strategia di transizione energetica, l'idrogeno verde e il litio, accompagnate da progetti innovativi come Cerro Dominador o l'impianto di idrogeno verde di Haru Oni a Magallanes, permettono al Cile di essere considerato alla COP 28 come un polo di sviluppo nella regione in termini di energie rinnovabili.

La strada verso la finanza sostenibile in America Latina e nei Caraibi

Nel 2019 il Cile è diventato il primo Paese delle Americhe a emettere green bond, uno strumento per incanalare gli investimenti in attività verdi, contribuire a un ulteriore sviluppo finanziario e promuovere l'innovazione economica a sostegno della traiettoria di sviluppo sostenibile, a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima del Paese. Le sue categorie sono allineate con le priorità del Cile, attualmente incentrate su trasporti puliti, energia pulita ed edifici verdi.

In questo modo, il Paese cerca di evidenziare il ruolo delle strategie finanziarie nell'affrontare il cambiamento climatico.

cambiamenti climatici e biodiversità. I bond tematici rappresentano il 36% del debito pubblico, una percentuale tra le più alte al mondo. La strategia per il 2026 prevede di raggiungere il 50% di obbligazioni tematiche. 

Soluzioni basate sulla natura: il ruolo chiave di foreste e oceani

L'area della conservazione degli equilibri ecologici, terrestri e oceanici, è considerata essenziale. Il Cile ha compiuto importanti sforzi nella sua politica di adattamento agli ecosistemi, in particolare nell'area marina, come le aree marine protette e il programma ArClim, che ha sviluppato mappe di rischio legate al cambiamento climatico per il Paese.

Lo studio del 2022 "Strategic Design of Nature-Based Solutions for Chile", condotto da The Nature Conservancy (TNC) e dall'UC Global Change Center, indica che il nostro Paese ha un elevato potenziale per affrontare la crisi climatica utilizzando soluzioni basate sulla natura (NBS). La gestione degli incendi boschivi, la prevenzione del degrado forestale e della deforestazione, l'espansione e la gestione delle aree protette sono le misure più efficaci con cui il Cile cerca di contribuire all'emergenza climatica che il pianeta sta vivendo.

Antartide: sensore del cambiamento climatico

Il territorio cileno concentra la maggior parte dei ghiacciai montani del Sud America, quindi l'Antartide svolge un ruolo importante nell'equilibrio climatico globale. Essendo l'unico Paese con una regione sub-antartica, il Cile si è affermato come laboratorio naturale per lo studio dei cambiamenti climatici. Studi recenti hanno dimostrato l'importante ruolo svolto da questi ecosistemi, dalle estese foreste di macroalghe che agiscono come pozzi di CO2 a Magallanes, al comportamento dei ghiacci eterni della zona, il cui tasso di scioglimento oggi ci permette di misurare l'entità della crisi climatica. 

Tra le azioni promosse a livello internazionale, spicca "Ambition on Melting Ice", un'iniziativa guidata dal nostro Paese insieme all'Islanda che mira a creare, attraverso la scienza, politiche per arrestare lo scioglimento dei ghiacci e la perdita di risorse idriche a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici in Antartide. 

All'inizio di quest'anno, il Cile ha lanciato l'Osservatorio del cambiamento climatico, una piattaforma che raccoglie e rende disponibili i dati di una rete di sensori strategicamente dislocati in tutto il Paese - da Visviri nel nord all'Antartide nell'estremo sud - con l'obiettivo di raccogliere informazioni per formulare politiche pubbliche sul cambiamento climatico basate su prove scientifiche.

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