19 maggio 2022 #CileGlobal

Il vino più alto del Cile e il primo decennio di astronomia di ALMA hanno fatto parte del nuovo viaggio della stampa nella regione di Antofagasta.

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Un gruppo di giornalisti internazionali si è recato nel deserto più arido del mondo, nella regione di Antofagasta, per conoscere il processo di produzione del vino più alto del Cile, prodotto dalle popolazioni autoctone, e per ascoltare le sfide e le principali scoperte dell'osservatorio ALMA nel suo primo decennio di attività, dalla voce del suo direttore.

A quaranta chilometri da San Pedro de Atacama, nel nord del Cile, si produce un vino unico: il più alto del Paese, prodotto dalle popolazioni indigene riunite nella cooperativa contadina Lickanantay di Toconao, nella regione di Antofagasta. Un gruppo di giornalisti internazionali è arrivato lì con la Fundación Imagen de Chile per incontrare alcuni dei piccoli produttori agricoli atacameño come Cecilia Cruz, Héctor Espíndola e Samuel Varas, che coltivano la vite tra i 2.400 e i 3.600 metri di altitudine, nel deserto più arido del mondo. Tutto questo per produrre i vini Ayllu, che dal 2017 deliziano i consumatori in diverse città del Paese e che sperano di esportare presto.

L'anno scorso, due vini Ayllú sono stati premiati con medaglie d'oro al World Extreme Wine Competition 2021 che si tiene annualmente in Valle d'Aosta, Italia. I vini premiati erano Ayllu Moscatel Dulce 2020 e Ayllu Naranja 2020 (anch'esso ottenuto da uve moscato). Durante il viaggio per la stampa, l'enologo della cantina Ayllu Fabián Muñoz ha raccontato cosa rende questi vini così speciali, per il loro colore, corpo e sapore.

Il deserto più arido del mondo ospita anche il cielo più limpido del pianeta. Ecco perché, proprio vicino a Toconao, dove si producono questi vini, si generano anche le più avanzate scoperte in campo astronomico.

Situato a 5.000 metri sul livello del mare sull'altopiano di Chajnantor (luogo di decollo in lingua atacameño kunza), l'osservatorio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) è il più grande radiotelescopio del mondo e il più grande strumento mai costruito per l'astronomia. ALMA cattura la luce invisibile all'occhio, emessa dall'Universo in onde lunghe, una porzione dello spettro elettromagnetico che ci permette di sondare ciò che non viene catturato dai telescopi ottici ed è fondamentale per capire come si formano stelle e pianeti.

Lì, la stampa internazionale ha potuto parlare con il direttore di ALMA Sean Dougherty, che ha illustrato gli ultimi sviluppi, come la prima fotografia del buco nero al centro della Via Lattea, nota solo pochi giorni fa, e le sfide che l'osservatorio deve affrontare ora che è in funzione da un decennio.

 

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Immagine del Cile