Il "Tapu" è un concetto polinesiano di auto-cura e rifugio, un rigido regime di protezione del popolo contro qualsiasi avversità. In questo caso, contro la pandemia. Per questo motivo, il sindaco di Rapa Nui, Pedro Edmunds Paoa, ha invocato il "tapu" tra gli abitanti dell'isola, dove oggi vivono più di 7.000 persone. La misura ancestrale è diventata un esempio di responsabilità basata sul rispetto della comunità, come è stato spiegato dal signor Edmunds nel video qui sotto.
Secondo il sindaco, il "tapu" è un modo per proteggere gli anziani e la loro saggezza, che è il sostentamento culturale, filosofico e storico del popolo Rapa Nui. Questa misura consisteva in una rigida reclusione, soprattutto per gli anziani, ed era ampiamente rispettata dalla popolazione. Pertanto, questo angolo della Polinesia è riuscito a sradicare il coronavirus dal suo territorio. Se nel periodo di picco si contavano 7 casi attivi di Covid-19, attualmente questo numero è sceso a zero. Ora che l'isola è libera dal virus, dall'inizio di giugno è stato applicato un nuovo concetto ancestrale: "Umanga".
I Rapanui sono uno dei 9 popoli indigeni riconosciuti del Cile, la cui saggezza e le cui antiche tradizioni vengono tramandate di generazione in generazione e arricchiscono la nostra cultura. Si tratta di Aymara, Quechua, Atacameño, Colla, Diaguita, Mapuche, Yagán, Kaweskar e Rapa Nui. Ogni anno, il 24 giugno, il Cile celebra la Giornata nazionale dei popoli indigeni, una data che fa riferimento al rinnovamento della natura e a un nuovo ciclo di vita dopo il solstizio d'inverno, e riconosce il valore del patrimonio indigeno nella nostra storia.