27 maggio 2021 #CileGlobal #Vita e cultura

Il Cile alla Biennale di Architettura di Venezia 2021

Impostazioni di accessibilità

Il Cile ha cinque spazi rappresentativi alla 17ª Biennale di Architettura di Venezia, l'evento culturale più importante al mondo in questa disciplina, che è stato rinviato l'anno scorso a causa della pandemia ma ha appena aperto le porte al pubblico.

"Spazi di testimonianza" è il nome della mostra che da sabato sta dando vita al padiglione cileno all'Arsenale della Biennale. Fino al 21 novembre, il Cile sarà rappresentato da questi 525 dipinti basati sulle testimonianze dei vicini della Población José María Caro, che dall'esperienza passata e presente hanno risposto alla domanda della Biennale di Venezia 2021: Come vivremo insieme?

Guidata dal Ministero della Cultura, delle Arti e del Patrimonio cileno, "Testimonial Spaces" è stata curata dagli architetti dell'Università del Cile Emilio Marín e Rodrigo Sepúlveda. La grande domanda di quest'anno viene affrontata da una prospettiva locale per dare una risposta globale. L'obiettivo della mostra è riflettere sul fatto che disuguaglianze, conflitti e tensioni si verificano in tutto il pianeta e che è importante, come hanno indicato i suoi creatori all'inaugurazione: "imparare dalle esperienze passate per sapere come vivere il futuro".

Perché la Población José María Caro?
Si tratta di un quartiere nella zona sud di Santiago dove gli abitanti, i dipendenti pubblici e le forze armate hanno lavorato insieme per trasformare il quartiere e hanno adottato azioni e regole, come "che tutti aiutassero a costruire le case degli altri, tranne la propria, per non anteporre gli interessi individuali a quelli degli altri", ha detto Marín alla presentazione del padiglione.

L'obiettivo della proposta cilena è dimostrare che le società possono superare "crisi, momenti complessi, persino l'assenza dello Stato in alcuni casi, se lo fanno in modo comunitario", secondo i curatori.

I cileni che si presentano all'esterno del Padiglione

Nella seconda sezione della Biennale, che presenta le opere e le proposte di architetti invitati singolarmente dalla direzione della manifestazione, il curatore di Venezia Hashim Sarkis ha selezionato il pluripremiato architetto nazionale Alejandro Aravena (Premio Pritzker 2016) insieme al suo studio Elemental, con una proposta architettonica che propone di costruire luoghi che recuperino l'antica tradizione dei parlamenti mapuche, spazi di incontro per la conversazione e per la risoluzione delle divergenze. Sono stati invitati anche il team Igneous Tectonics guidato da Sergio Araya, preside del DesignLab dell'Universidad Adolfo Ibáñez; il Base Studio composto da Bárbara Barreda e Felipe Sepúlveda, e Arturo Lyon, come parte del team internazionale che affronterà l'Antartide come tema principale.

Il Cile ha una lunga tradizione di partecipazione alla Biennale di Venezia, presentando padiglioni dal 2002 e vincendo due Leoni d'argento, con riconoscimenti per Alejandro Aravena nel 2008 per il suo lavoro sull'edilizia sociale e il padiglione cileno nel 2014 per la mostra "Monolith Controversies".

 

 

 

 

 

 

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